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UNA BELLA ESTATE

 

L’estate, quella delle vacanze, mi sembra sia un tempo sospeso dalle consuete abitudini nel quale si cerca, attraverso ritmi diversi, di portare a galla un nostro profondo legato alla giovinezza e, per alcuni versi, all’infanzia – al mondo, cioè, dell’immaginazione creativa. Così, calati in atmosfere di bellezza naturale e mitezza del clima noi, attraverso ‘pensieri leggeri e vaganti’, riaccendiamo i fuochi un po’ spenti che danno calore e colore alla nostra anima. L’estate alla quale questa mia serie di quadretti si riferisce, era cominciata in maniera inconsueta: nel maggio, infatti, che la precedette, nel mio giardino, del tutto inattese, nugoli di coloratissime farfalle si levarono a frotte dai bei cespugli fioriti. Erano anni che non se ne vedevano più e sarebbero scomparse negli anni successivi. Io sognavo il momento che sarei tornato per una lunga vacanza nella mia amata tenuta, in vista del selvaggio mare dell’Alto Salento, dominata dalla bianca visione di Ostuni, per godere i miei ospiti, i miei cibi, i miei ozi. Quell’anno, poi, sarebbe arrivata per la prima volta una nuova conoscenza, Giulia. Giulia arrivò una mattina di luglio ventosa di quel vento caldo e secco che si chiama Favonio, avanzando lungo il viale di leilandi ed oleandri con il suo impareggiabile passo oscillante ed i suoi abiti esotici, i suoi caffettani colorati e le sue fusciacche a Bajadera. Alta e slanciata percorreva il viale sorridente e bonaria, già aperta alle gioie della compagnia che, accomodata sotto l’abbraccio ombroso dei pini, si preparava a motti e lazzi e battute. Giulia univa, mi pareva, così la semplice grazia di una fioraia alla mite condiscendenza di una regina.Così l’estate s’inoltrò nella calura di cicale e nella frescura di grilli... Nel tardo pomeriggio in piscina ascoltavamo divertiti le novelle sapide e concise di Giulia, narranti di pascià innamorati e di concubine fastosamente belle e sensuali. La sera poi, dopo la cena nel bel patio scintillante di colori con i vini e i cibi locali, i signori e le signore, cullati dal chiocchiolare della fontana si spostavano nel giardino stimolandosi a raccontare aneddoti di vita vissuta propria e altrui, dove la civiltà dei modi attenuava qualche sapido pettegolezzo... A me piaceva ascoltare le voci che facevano sfondo ai miei pensieri i quali volavano piano librandosi in alto come aquiloni per poi rapidamente tornare verso terra tanto da permettermi una pronta risposta o da unirmi ad un coro di risate oppure, ma ogni tanto, aprire le porte caute del Mistero del quale ero un po’ Maestro... Il gruppo di persone ospiti, alle quali spesso si aggiungevano esterni, o della mia bella famiglia o villeggianti nella zona, si espandeva e si contraeva nei conversari ora comuni ora a gruppi. Bevendo buoni distillati ed assaggiando dolcetti di pasta reale la compagnia si deliziava con le imprevedibili e fulminanti battute di Lisandro, l’arguto ping-pong di Agudezas della coppia Juan e Ziella, la saggia signorilità della sempre elegante Leda, l’umanità ampia e sorridente di Rosy, l’educato e affettuoso tacere di Pavel, le domande simpaticamente irrispettose di Guy, i racconti di Giulia ed i voli cultural-mondani del bel  Carlos.Talvolta con molti altri ospiti, si ballava alla luna accompagnati da un’orchestrina ostunese ed allora io, dimentico di un’età non più primaverile, lanciavo il mio corpo in danze nelle quali, in lontane epoche, mi ero distinto... Poi c’erano le letture solitarie, condite di buona musica, in vista del mare o della piscina dove, sul far della sera le rondini garrenti venivano ad abbeverarsi...Avevo ripreso in mano la Recherche, letta tante volte, fermandomi su passi minori con la stessa soddisfazione che si ha quando, nel percorrere una costa famosa di bei paesi, ci si ferma a pranzo in un villaggio un po’ fuorimano e poco frequentato per deliziarci di quell’incanto non condiviso...Finì quella mitica stagione in un autunno che non gli assomigliava e che portò via leggerezza e bellezza. È rimasta però intatta quella luminosità, indelebile nella mia memoria.

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